Rimini | Sdemanializzazione spiagge, Arlotti e Petitti mettono le mani avanti. Pizzolante incalza
Spiagge, oggi incontro romano per i deputati del Pd Emma Petitti e Tiziano Arlotti con il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta. Al centro del confronto la proposta, annunciata nei giorni scorsi dal sottosegretario, che mirerebbe a superare la direttiva Bolkestein sul rinnovo delle concessioni attraverso la sdemanializzazione della spiaggia occupata da costruzioni e manufatti (non le zone di ombreggio), con la possibile alienazione ai privati introducendo un'opzione di acquisto a favore degli attuali concessionari.
“Dobbiamo salvaguardare le spiagge come patrimonio pubblico - ha spiegato Petitti - ma anche tutelare e valorizzare contemporaneamente le specificità e peculiarità delle gestioni attuali dei nostri arenili. Vi sono le condizioni tecniche per raggiungere entrambi gli obiettivi. Come sollecitato anche dall'Anci, serve una concertazione stretta con la Conferenza stato regioni e con gli enti locali per arrivare ad una proposta condivisa che permetta di dare attuazione al federalismo demaniale, e quindi passare le competenze in maniera di demanio dallo Stato alle Regioni e Comuni. La soluzione di una materia così complessa è una legge quadro nazionale che definisca il rinnovo delle concessioni e stabilisca le modalità di alienazione laddove le Regioni in accordo coi Comuni pensino di 'sdemanializzare' una parte del patrimonio. Tutto questo passa attraverso un confronto vero con l'Europa, con cui dobbiamo iniziare subito a trattare. Già con la legge di stabilita possiamo lavorare per una proroga per i pertinenziali e per la delega al Governo per la legge quadro di riordino complessivo della materia”.
Anche Arlotti punta su un maggiore coinvolgimento con le Regioni e gli enti locali. “La proposta illustrata nei giorni scorsi non sembra avere tenuto minimamente conto delle posizioni espresse dal PD nazionale il 31 gennaio scorso, in occasione della Conferenza programmatica sul turismo, né del decreto legislativo del 2010, approvato sotto Berlusconi presidente del Consiglio, che stabilisce il passaggio del demanio marittimo alle Regioni e ai Comuni. Proprio per questo il mancato coinvolgimento di Regioni ed enti locali rischia di non considerare le diverse peculiarità delle nostre spiagge e di impedire ai Comuni, che sono i soggetti che normano urbanisticamente gli arenili, di sviluppare, innovare e riqualificare la costa e il territorio sulla base delle pianificazioni territoriali. E' del tutto ovvio che è indispensabile e urgente una riorganizzazione e razionalizzazione della disciplina legislativa di questo settore, con un quadro normativo che stabilisca le competenze dei singoli soggetti", ha ribadito il deputato riminese al sottosegretario.
Sul tema torna anche il deputato del Pdl Sergio Pizzolante. "Premesso, per l'ennesima volta, che non si vendono le spiagge, gli arenili, ma le aree a monte dove sono stati fatte le costruzioni, il dibattito sulle spiagge vive in una dimensione impropria, fra provincialismo politico e retropensieri corporativi", mette subito in chiaro Pizzolante.
"Questa è invece una grande partita nazionale, un fattore strategico per la nostra economia. Dobbiamo dare una risposta seria e definitiva a trentamila imprese balneari, mettere a valore patrimonio pubblico e il demanio,far ripartire gli investimenti e l'innovazione". Si tratta, spiega anche Pizzolante, di "trentamila imprese che hanno trasformato e valorizzato una parte del demanio pubblico italiano. E stata creata la più grande industria turistico balneare d'Europa. Su un territorio pubblico sono state create imprese private alle quali per decenni è stato detto: lo Stato con il rinnovo automatico delle concessioni vi garantisce continuità della gestione(diciamolo, piaccia o no, una forma di privatizzazione non dichiarata) e voi investite, create servizi e valore. Bene, adesso non possiamo dirgli che abbiamo scherzato. Difendere quelle imprese e garantirgli continuità della gestione risponde ad un principio liberale, la gara che non riconosce l'esistenza di un'azienda costruita con il rispetto delle regole, significa: esproprio".
Il deputato del Pdl fa anche presente che "lo Stato incassa per l'utilizzo delle nostre spiagge circa 100 milioni all'anno, la maggior parte della superficie costiera e' inutilizzata, l'incertezza legislativa degli ultimi anni ha bloccato investimenti ed innovazione, con una complessiva perdita di valore e competitività. Inoltre, se non si avvia una intelligente operazione di dismissione del patrimonio pubblico non si troveranno mai le risorse per l'Imu, la riduzione delle tasse sul lavoro e le imprese, la riduzione dell'iva, anche di quella turistica".
Assurdo, infine, secondo Pizzolante il fatto che si possa pensare che il privato non spinga per l'innovazione. "L'innovazione la fanno i privati - spiega, invece - investendo e deve essere rivolta al mercato e non a vecchi preconcetti ideologici. Chi investe e sta nel mercato vive, chi non lo fa farà spazio ad altri".